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Kickboxing: la storia, le discipline, le tecniche

Nel mondo esistono una moltitudine di sport da combattimento e arti marziali, la maggioranza dei quali è nato soprattutto in Cina, Giappone o comunque tra Estremo Oriente e Sud-Est Asiatico. La patria dello sport di cui parliamo oggi è il Giappone, anche se storicamente si potrebbe dire proveniente addirittura da zone come l’Antica Grecia e l’Antica India: ci riferiamo al kickboxing.

 

Un po’ di storia del kickboxing

L’inizio della sua storia recente è databile intorno alla metà del Novecento con il karateka giapponese Tastuo Yamada che ha provato a dare vita a un nuovo sport, mischiando le tecniche del karate e quelle del Muay Thai. Dopo i miglioramenti e le affinazioni alle regole, i primi match si sono disputati sul finire degli anni Sessanta sempre in terra nipponica.

È stato solo con l’avvento degli anni Settanta e Ottanta che il kickboxing ha lasciato l’isola del Sol Levante, per espandersi dapprima negli Stati Uniti e poi anche in Europa.

Con l’arrivo nel paese a Stelle e Strisce, questo sport ha ricevuto un’importante variazione nel suo stile, che ne ha portato alla nascita di un nuovo modo di combattimento definito “Full contact karate”. Questo ha condotto l’Europa ad adottare entrambe le versioni.

Stando a quando riportato sul sito della FederKombat italiana (la Federazione Italiana Kickboxing, ndr), la versione più sviluppata nel nostro paese è quella statunitense.

 

Quali sono le discipline del kickboxing?

Sotto questo sport si raggruppano sette differenti discipline che a loro volta si suddividono in quelle disputate sul tatami, che quindi sono caratterizzate dal contatto leggero, e quelle sul ring, tipiche del contatto pieno.

Quelle che si combattono sul tatami sono:

  • Point fighting: il combattimento si interrompe quando viene piazzato un colpo di calcio o pugno al bersaglio, in maniera controllata, da parte di uno degli atleti;
  • Light contact: gli avversari si scambiano colpi senza che vi siano interruzioni, con i giudici che osservano le tecniche utilizzate
  • Kick light: simile al light contact, ma con gli atleti che possono attaccare anche le cosce dell’avversario
  • Forme musicali: racchiude tutte le arti marziali e serve a creare un incontro immaginario, con la musica a dettarne i ritmi

Le discipline che si svolgono sul ring sono:

  • Full contact: ha le stesse tecniche del light contact, ma i colpi vengono assegnati con il contatto pieno e se effettuati sopra la cintura
  • Low kick: i calci possono essere portati all’interno e all’esterno della coscia
  • K-1 Rules: simile al low kick, ma con ulteriori tecniche tra cui il pugno in rotazione, la presa dietro la nuca e il colpo col ginocchio

 

 

Le tecniche del kickboxing

Come si può intendere dal nome dello sport, le tecniche ad esso legato sono relative ai pugni e ai calci. Per quanto riguarda i primi, ne esistono solo tre: il pugno diretto, ovvero stendendo completamente il braccio per colpire volto o busto; il gancio, cioè il pugno sferrato con il braccio piegato e ruotando la spalla; e il montante, sferrato dal basso verso l’altro in direzione del mento, del busto o dell’addome.

In merito ai calci, ne esistono invece di diverse tipologie: frontale, quando il calcio si porta al petto colpendo con l’avampiede; laterale, simile al frontale ma appunto fatto lateralmente; circolare, ruotando la gamba e torcendo il corpo per colpire con la tibia; girato, ovvero girando il colpo di 360 gradi; incrociato, con movimento laterale per colpire il volto; ad ascia, serve per aprire la guardia all’avversario; ad uncino, per colpire con una traiettoria “di rientro” ed effettuando una piccola rotazione.

Esistono poi differenti tecniche utilizzate a seconda della variante di kickboxing che viene adoperata e che quindi si possono trovare ad esempio negli Stati Uniti e non in Giappone o viceversa.